NEXT GENERATION EU: LA SVOLTA PER UN TRASPORTO SOSTENIBILE?

I segnali per il trasporto ferroviario, fino all’8 marzo 2020 (data di inizio del lockdown), erano positivi ovunque, con numeri in crescita dalle metro all’alta velocità. Ma con la pandemia, la riduzione degli spostamenti e le limitazioni al riempimento massimo per garantire il distanziamento, a pagare i disagi maggiori sono stati, neanche a dirlo, i pendolari delle linee peggiori d’Italia che, purtroppo, si confermano senza miglioramenti.

Il Next Generation EU potrebbe rappresentare la svolta per un trasporto su ferro sostenibile, se le risorse europee disponibili fossero accompagnate da una chiara e puntuale visione di obiettivi, riforme e investimenti che da qui al 2030 guardino in primo luogo agli spostamenti nelle aree urbane e alla rete ferroviaria del Sud. Una visione che finora è mancata, come evidenzia il rapporto Pendolaria 2021 di Legambiente Un studio che guarda al futuro.

Dai dati che è possibile verificare dal rapporto di Legambiente infatti si evince che, negli ultimi due anni in Italia non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di linee metropolitane.

Ma non solo. È aumentato anche il distacco tra le città italiane e quelle europee, proprio laddove più rilevanti sono i ritardi: la dotazione di metro, tram e ferrovie urbane per i pendolari.

In alcune regioni si trovano anche le linee peggiori d’Italia, confermate da Pendolaria. Tra queste troviamo in particolare: le linee Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana di Napoli, la Roma Nord e la Roma-Lido di Ostia. Qui la situazione non è migliorata e ancora oggi i passeggeri si trovano a viaggiare in treni vecchi, in stazioni in condizioni di degrado e a fare i conti con una riduzione del servizio.

Dal 2002 al 2018, i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade, mentre tra 2010 e 2018 sono stati realizzati 298 km di autostrade e 2.479 km di strade nazionali, a fronte di appena 91,1 km di metropolitane e di 58,4 km di linee del tram.

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