Il quartiere diventa social, anzi Social Urban Network. Avete presente le cosiddette ‘chiacchiere di quartiere’ dove i residenti si scambiano (non pensate ai soliti pettegolezzi), le loro vedute ed opinioni sul territorio che abitano? Ecco i social urban network rappresentano proprio questo ma in maniera digitale.
La partecipazione attiva dei residenti evolve e si fa più smart, in uno scambio di idee, progetti e consapevolezza che diventa 2.0. per cercare di migliorare il proprio quartiere e con sé, di pari passo, la qualità di vita.
Una piazza virtuale dove in ‘diretta’ si ha riscontro ma soprattutto un confronto diretto sui servizi urbani, il verde del quartiere, l’ecosostenibilità, la raccolta dei rifiuti, gli eventi della zona e molto altro ancora. Dove? Sui social network, grandi ‘alleati’ nonché piattaforme più usate e conosciute anche dai non più giovanissimi. In testa ovviamente troviamo Facebook, Twitter e Istagram. Ma per convogliare tutto questo anche creare un sito da cui poi partono i vari ‘tam tam’ sul quartiere è l’ideale.
Idea colta al volo dagli sviluppatori di Centoc’è, il social urban network nato nel V Municipio, lo storico quartiere di Centocelle di Roma che oggi conta ben 55.578 abitanti (dati del Dipartimento Risorse Tecnologiche), e dove i residenti si incontrato e condividono le proprie idee sul quartiere.
Proprio come riportato sul loro sito dove in home page si trova questo frizzante benvenuto:
Sul sito – che al momento sembra essersi fermato nelle pubblicazioni – forse per via della pandemia da Covid-19 – è possibile comunque ancora ritrovare progetti su cui i residenti si sono confrontati.
Ma anche il XVI Municipio, il quartiere Torresina non è da meno con il suo Urban Blog Torresina, anche qui vengono trattati i temi principali del quartiere: i servizi, i comitati, le associazioni, i centri culturali e quelli religiosi.
Farsi 2.0 è diventato fondamentale in un periodo in cui il Covid-19 richiede a tutti i cittadiini della Capitale un attenzione particolare sul distanziamento sociale. Unico ‘strumento’ per cercare di tenere basso il numero di contagi. Per questo i Social Urban Network diventano basilari per proseguire comunque ad aggiornarsi e confrontarsi su quanto accade nel proprio quartiere.
Ma di questo chiamiamolo ‘fenomeno di quartiere’ si parlava già dal 2014 tanto che era stato redatto un progetto da nome “Urban Sensing: come si evolvono i centri urbani in tempo reale attraverso i social.” Un progetto creato per studiare in tutto e per tutto le dinamiche delle città con i social attraverso l’analisi dei contenuti generati appunto dagli stessi utenti per comprendere come vivono ed evolvono i centri urbani in tempo reale. Una specie di ‘diretta’ live insomma dove i residenti, come detto, si confrontano e scambiano idee e punti di vista.
Dallo studio si evinceva chiaramente come le tracce lasciate in rete dai cittadini, attraverso i social, riportavano fedelmente il modus di usufruire dei servizi pubblici, aree di relax, o centri culturali.