RENZI: DA ROTTAMATORE A DEMOLITION MAN

Ineletto, pifferaio, rottamatore, bugiardo, mr Bean italiano, paroliere, boy scout, enfant prodige, massone, giovane-vecchio, lobbysta. Questi sono solo alcuni degli innumerevoli aggettivi con cui – nel corso della sua  folgorante ascesa politica – Matteo Renzi è stato più volte rinominato e descritto.

Ma da ora, l’attuale leader di Italia Viva, potrà forgiarsi di un altro ‘titolo’ assegnatogli pochi giorni fa dal Financial Times: “Demolition Man”. E’ opera sua infatti l’attuale crisi di Governo in atto che da ‘rottamatore’ l’ha trasformato in ‘demolitore’.

Una mossa politica, la sua, che mira a far cadere il governo Conte che, in periodo storico come questo, in cui tutto il Paese combatte contro la pandemia in atto, non è stato di certo apprezzato, sia nel mondo della finanza internazionale che dalla maggior parte degli italiani. Un colpo di scena, quello messo in atto dall’ex enfant prodige della politica italiana (con le dimissioni a sorpresa delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e  il sottosegretario Ivan Scalfarotto,) che a detta di molti gli si ritorcerà contro.

Il New York Times invece, nonostante l’incertezza politica in atto, definisce la mossa politica di Renzi, un modo per mettere in una reale situazione di difficoltà, il primo ministro Conte.

Di tutt’altro avviso il settimanale tedesco Diet Zeit che, come riporta il quotidiano Repubblica, vede in questa mossa politica un ‘calcolo di potere’ da parte del leader di Italia Viva: “Un atto disperato. Con richieste sempre nuove, Renzi, ha portato alla caduta della coalizione di governo in Italia. Dietro c’è un calcolo di potere: il suo partito è basso nei sondaggi. Un atto disperato, che ha lo scopo di garantire in definitiva visibilità e peso politico al suo Italia Viva.”. Il settimanale poi cita i sondaggi, che danno il partito dell’ex premier “al 3 %, mentre il Pd ha raggiunto il 20%, e il tasso di popolarità di Renzi – il 13% lo valuta positivamente – a fronte del più del 50% di Conte. “Certo, Renzi fa notizia da settimane”, si legge sempre nell’articolo comparso su Diet Zeit ,”ma questo non gli è servito rispetto ai sondaggi. È isolato dagli altri partner della coalizione; il Pd ha immediatamente definito la crisi di governo un grave errore per il quale l’intero Paese potrebbe ora dover ‘pagare un prezzo elevato’ nel bel mezzo della pandemia”. “Renzi – conclude l’articolo – vuole far parte del prossimo governo”, sia esso una riedizione “della coalizione precedente” sia nella forma di “una soluzione di tutti i partiti”. “Ma se questo accadrà è scritto nelle stelle. È anche concepibile che Conte cerchi nuovi sostenitori tra i piccoli partiti di centro in Parlamento – e Renzi siederebbe poi all’opposizione senza alcuna influenza. O che si arrivi a nuove elezioni – e Italia Viva lascerebbe quasi certamente il Parlamento. Renzi potrebbe allora passare alla storia come qualcuno che si è suicidato per paura della morte“.

Ma lui, imperterrito, prosegue la sua strada e, come riportato sul quotidiano Libero.it  a chi lo accusa di aver aperto una crisi di governo in un momento davvero inopportuno, il senatore risponde: “Sono sei mesi che chiedo di discutere in Parlamento di queste cose. Sono sei mesi che rinviano su tutto”. Il segretario di Iv punta il dito anche contro il suo ex alleato, Nicola Zingaretti: “Curioso che lui sia arrabbiato adesso. Ho utilizzato verso Conte parole molto più gentili di quelle che usava Zingaretti su di lui nei nostri colloqui privati”.

D’altro canto, da sempre Renzi divide l’opinione politica e popolare, tra chi lo vede come un grande progressista, fautore di  una  nuova e sana politica, e chi invece lo addita a solito ex comunista e anche democristiano. Figlio di Tiziano Renzi, democristiano d.o.c. , ex consigliere comunale e imprenditore navigato, ha di certo trovato la strada spianata nel territorio toscano. In molti si domandano se i suoi presunti rapporti con la Massoneria e con i poteri forti della finanza internazionale siano veri o solo pettegolezzi. Per i più maligni l’ascesa politica di Renzi sarebbe dovuta soprattutto alla sua affiliazione a qualche potente loggia massonica, definite come lobby del potere.

Ma l’ ‘ineletto’ , come da molti è stato più volte definito,  di strada in politica ne ha fatta  di certo da quanto era un semplice studente universitario della facoltà di Giurisprudenza, e prima ancora studente  del liceo “Dante” di Firenze.  Il suo primo impegno politico? La nascita dei “Comitati per Prodi”. Dopodichè diventa segretario provinciale del Ppi e coordinatore della Margherita fiorentina.  Nel 2004 viene eletto presidente  della Provincia di Firenze, e nel 2009 sindaco. E sul ruolo di sindaco non si può dire che per Firenze, non abbia fatto davvero qualcosa di buono,  liberandola da quel carrozzone del vecchio Pci, diventato poi Pds, Ds e infine Pd, che aveva governato la città per oltre venti anni. Ma se il “ragazzo prodigio” ha fatto qualcosa per Firenze, la città ha fatto qualcosa per lui. Di sicuro è stata il suo “palcoscenico” per proporsi alle masse elettorali e farsi definitivamente conoscere come il nuovo messia destinato a salvare e cambiare il nostro paese. Dopo l’elezione a sindaco, per tre mesi nel 2012,  gira in camper in lungo e largo l’Italia per la campagna elettorale come candidato alle primarie del centrosinistra.

Ma il “bravo giovine”, nonostante l’impegno, perde al ballottaggio contro l’inossidabile Pier Luigi Bersani, compagno fidato di Massimo D’ Alema.Si rifà nel dicembre del 2013, quando vince alle primarie e viene eletto segretario del Partito democratico. Infine, nel 2014 è “diventato” presidente del Consiglio. Diventato, perché di fatto  non è stato eletto da nessuno.  E’ vero, prima di lui altri hanno governato senza essere stati eletti, ma erano tempi di “vere emergenze”. Nel suo caso, invece, c’è stato un lascia passare mai visto prima. Renzi e il suo Governo hanno preso posto in Parlamento senza nemmeno passare per le urne. Su questo punto il premier si è difeso più volte.

Di certo, la coerenza, non è un fra le doti principali del ministro Renzi , come scordare infatti la sua frase del 2016 in cui affermava deciso: “Se perdo al Referendum non mi vedrete più. Non solo lascio, ma lascio la politica.” Ma la politica si sa, è un’arte: rivestire di ideali immaginari la propria lotta per il potere.

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